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Viaggio nel Tempo

 

Il nome..

A volte capita di lasciare qualcosa di incompiuto di cui, a lungo andare, arriviamo a dimenticarcene completamente (o almeno così crediamo..) poichè, interessi diversi, ci portano lontano da ciò che volevamo realizzare.. 

 

Correva l’anno 1992, avevamo appena terminato e salito "I Predatori della Placca Perduta" e, come spesso accadeva in quel periodo, ci recavamo in  Carra Saettiva per arrampicare e cercare nuove linee di salita.  

Passando sotto le pendici del Roc du Preve, vidi che nel settore sx della struttura (allora non ancora percorso da alcuna via..),  nonostante una minor altezza e un'apparente  minor verticalità rispetto al settore dx, c'era  una gran bella linea da salire, molto diretta, che ci avrebbe permesso di realizzare una nuova via lunga ma.. per molti anni a venire, quella fu l'ultima volta che mi recai sotto quelle pareti.. 

 

Poi la svolta.. e nel 2016, dopo essere trascorsi 24 anni, stavo nuovamente percorrendo i sentieri della Carra Saettiva per raggiungere il Roc du Preve..

 

Mentre salivo verso le pareti,  tutti i ricordi del passato sono man mano riaffiorati.. compresa quella fantastica linea di salita pensata molti anni prima che, attaccando la bastionata verticale posta a sx del canale incastonato fra le rocce che divide i due settori, ne risalirebbe tutta la struttura fin sulla sommità del settore sx..

Oltretutto, qualche tempo dopo, riuscendo a procurarmi una delle ultime copie della guida VALSANGONE in VERTICALE redatta da Alzani Editore (fine stampa nel 2003), venni a sapere che dopo la mia dipartita sul settore sx del Roc du Preve avevano tracciato due vie, "Folies Bergè" e "Salterelliamo insieme"  che però, guardandone i tracciati, passano da tutt'altra parte rispetto a quella possibile linea di salita molto più diretta che attaccherebbe il settore sx dal punto più basso e verticale..

Ebbene, scoprire che nonostante gli anni trascorsi, NESSUNO aveva ancora messo mano in quell'ampio tratto di parete, mi ha proiettato come in una sorta di "viaggio nel tempo"  virtuale a quelle intense sensazioni di allora quando capii che lì era possibile aprire una nuova via e a quei propositi rimasti incompiuti..

In quella circostanza mi resi conto che l'intensità delle sensazioni provate è ciò che rende per sempre indelebile il ricordo di un'esperienza vissuta e, anche se apparentemente si crede di averla dimenticata, in realtà risiede solo da qualche parte nascosta nella nostra mente e basta una piccola scintilla per farla ritornare con la stessa intensità di allora o forse di più,  come se NON fosse MAI trascorso il tempo..

Da queste parole appare chiaro come l'intuizione di una linea di salita che porti all'apertura di una via di più tiri in parete sia qualcosa di estremamente affascinante e coinvolgente e, senza nulla togliere a chi attrezza un monotiro in falesia (l'ho fatto diverse volte anch'io), si tratta di un altro livello di sensazioni..        

 

Questa via quindi non poteva che chiamarsi "VIAGGIO NEL TEMPO" e nel 2016 iniziò la fase esplorativa in solitaria poiché nessuno dei compagni di allora (Ivo da diversi anni non è più qui con noi.. mentre Renato è ormai lontano da questa realtà..) mi avrebbe seguito in questa nuova impresa se così possiamo chiamarla.. 

Nel frattempo, a partire dal 2016 sono cambiate molte cose e, conoscendo successivamente Marco, oltre ad aver stretto un bel rapporto di amicizia con lui, abbiamo scoperto di avere molte affinità e una grande passione in comune ovvero: la ricerca di nuove strutture e/o nuove linee di salita e il desiderio di aprire vie possibilmente lunghe..

Con Marco il progetto "Viaggio nel Tempo" sta finalmente per realizzarsi condividendone sia il tracciato di massima che la ricerca dei migliori passaggi di cui lui ne è un grande interprete..

 

Maurizio

 

 

Caratteristiche della parete..

Un po come in tutte le strutture della Carra Saettiva (se si esclude Roc du Vei) anche il settore sx del Roc du Preve presenta cenge e terrazze di ampie dimesioni che ne interrompono purtroppo la continuità ma, ciò non toglie che in alcuni tratti di parete l'esposizione sia notevole, come ad esempio nei primi due tiri di "Viaggio nel Tempo" dove S1 risulta essere a tutti gli effetti una sosta "aerea" così come S2 che, per garantire il contatto visivo fra chi assicura e chi sale da secondo, è stata posizionata sulla verticale della bastionata basale con un vuoto sottostante senza soluzione di continuità di circa 40 mt. ..

In ogni caso, i singoli tiri presentano notevole verticalità e compattezza per cui, l'arrampicata fra una sosta e l'altra, è sempre gradevole e di buona qualità.

La parete è interrotta da due ampie terrazze poste ad altezze diverse, collegate con il fianco boschivo e prativo a sx della struttura (dove passa il sentiero di discesa..) perciò, in caso di maltempo e/o problemi di altra natura, risultano essere delle "comode" vie di fuga (in particolare la seconda) da percorre a piedi (slegati).

La prima terrazza si incontra al termine del  tiro (appena sopra S2), la seconda terrazza al termine del  tiro (appena sopra S4) mentre al termine del  tiro, procedendo verso dx sulla comoda cengia dove è posizionata S5 (fare attenzione nel percorrerla slegati..), dopo aver attraversato una breccia fra le rocce (vedi scheda -Tracciato- qui a fianco), si perviene ad un pendio erboso che lambisce la base dell'ultima struttura rocciosa (un muro delimitato da un canale erboso sulla dx) dal quale, alcuni metri più in basso, si raggiunge l'attacco di L6 (ultima lunghezza di "Viaggio nel Tempo") appena oltre lo spigolo.

Dallo stesso punto dove attacca L6, in caso di necessità, è possibile procedere verso l'alto risalendo il canalone erboso che divide i due settori del Roc du Preve nella parte superiore, fino ad incontrare il sentiero di discesa proveniente dalla cima più alta del roc sulla dx.

 

La parete.. o meglio l'insieme di pareti percorse da "Viaggio nel Tempo"  risultano perciò alquanto sicure poichè, almeno in 3 punti, esistono vie di fuga da cui è possibile uscirne a piedi in caso di necessità..    

 

 

Avvicinamento:

poco da aggiungere rispetto alla scheda -Avvicinamento- settore -Roc du Preve- se non che dopo aver lasciato il sentiero principale ed aver preso la traccia che prosegue verso dx per "Giochi di Primavera" ecc., l'attacco della via è immediatamente visibile (targa alla base) poichè si trova solo a pochi metri dal suddetto bivio..  

 

 

Descrizione via:

l'attacco avviene nel punto più basso del settore sx del Roc du Preve pochi metri prima del canalone che lo divide dal settore dx, affrontando una bastionata di 40 mt. che fin da subito si presenta verticale se non addirittura strapiombante a tratti.

 

L1:  (max 6c/A0, obblig. 6b, 25 mt.)

le difficoltà continue ne fanno un tiro con caratteristiche da falesia poichè, anche nei tratti più "facili", si può dire che non scenda mai il disotto del 6a e una fascia strapiombante nella parte superiore, riduce al minimo la zona cosidetta "debole.." dove poter passare..

Descrizione passaggi:

procedere dapprima leggermente verso dx sfruttando una rovescia sotto un piccolo tetto obliquo iniziale, poi dritti sopra lo spit (6a) in linea con la verticale del soprastante tetto isolato (quasi come se fosse una sporgenza) posizionato a metà del primo tiro. Spostarsi successivamente a dx e proseguire per andare a rinviare lo spit posizionato a fianco del  tetto (6a+).

Spostarsi a sx ed affrontare il tetto facendo dapprima un trazionamento con entrambe le braccia su buone prese in prossimità del bordo e successivamente, con un incastro di polpaccio su uno spuntone sporgente sulla dx, innalzare il busto al disopra del tetto e, con gesto decisamente atletico,  raggiungere delle buone prese superiori grazie alle quali è possibile ristabilirsi al disopra.. (6b atletico).

Procedere verticalmente e poi verso sx (6a/6a+) (evitando di mettere le mani nella sede di un nido posizionato in una nicchia sotto la fascia strapiombante superiore..) fino a raggiungere un tratto verticale/strapiombante con spit ravvicinati e prese stondate (o comunque di piccole dimensioni), che rappresenta il punto "debole" della parete..

Superare il tratto verticale/strapiombante (6c/A0) a sx dello strapiombo più marcato sotto il quale risiede il nido (avendo la consapevolazza che passare a dx sarebbe stato ancora più problematico con gradi che sarebbero andati oltre il 7..) ed una volta superato il bombamento superiore (6a) sportarsi verso dx per raggiungere la sosta S1 area..  Tiro molto bello con notevole esposizione, sarrebbe possibile anche una variante più dura, ma così può già bastare.. ;

 

 

L2:  (max 6a+, obblig. 6a+, 15 mt.)

le difficoltà continue ne fanno un tiro con caratteristiche da falesia poichè, anche nei tratti "facili", si può dire che non scenda mai il disotto del 6a/5c.. (qualche passo di 5c subito dopo S1 e nella placca intermedia).

Descrizione passaggi:

Procedere dritti sopra la sosta fino a raggiungere il tetto a lama e successivamente, sfruttando delle prese rovesce, spostarsi a dx per raggiungere delle prese posizionate sulla dx oltre il bordo.

Superare il tetto alzando il piede sx in leggera apertura su una tacca in prossimità del bordo e successivamente, innalzarsi con gesto atletico (6a+) per raggiungere una presa pù alta di ottime dimensioni grazie alle quale è possibile ristabilirsi al disopra del tetto stesso..

N.b.: grazie allo spit posizionato sul bordo del tetto il passaggio risulta decisamente sicuro, ma, anche "tirando" lo spit in A0 non si può arrivare alla generosa presa superiore che permette di ristabilirsi al disopra perciò, il passaggio di 6a+, deve comunque essere superato in libera con lo spit all'altezza del piede.. da qui l'obbligatorio alto.

 

Una volta superato il tetto procedere oltre su bella placca leggermente appoggiata (5c) fino a giungere in prossimità della fascia finale aggettante che viene superata dapprima tirando una buona presa sulla sx e successivamente sfruttando buone prese a dx che permettono di salire con i piedi oltre la fascia stessa  ed uscire in sosta (6a continuo fino alla sosta S2).  

N.b.: il secondo di cordata, anzichè fermarsi in sosta S2 (non propriamente spaziosa.. ed esposta sulla verticale) conviene che prosegua sulla terrazza sopra, raggiungendo l'attacco di L3 dopo aver superato qualche salto di roccia;  

 

 

L3:  (max 5c, obblig. 5c, 30 mt.) 

Da sviluppare

 

 

L4:  (max 5a, obblig. 5a, 35 mt.)

..

N.b.: il secondo di cordata, anzichè fermarsi in sosta S4 (non propriamente spaziosa.. ed esposta sulla verticale), conviene che prosegua sull'ampia terrazza erbosa/boschiva sopra la sosta raggiungendo l'attacco di L5 sul muro antistante di grandi dimensioni;

 

 

L5:  (max 6c/A0, obblig. 6a, 30/35 mt. se salito dalla variante a dx) 

il tiro presenta una variante spittata a dx (5a) e una linea più diretta (5a) che attacca frontalmente.

Nonostante le difficoltà contenute, entrambe le linee presentano passaggi mai scontati che ne rendono interessante la salita. Le due linee si ricongiungono prima di raggiungere la fascia strapiombante soprastante dove si concentrano le difficoltà maggiori.

Il tiro supera la fascia strapiombante nel tratto più "debole" delimitato a sx da un grande tetto obliquo (solcato da un'interessante fessura..)  e a dx da una lama di enormi dimensioni che sembra essere staccata dal resto della parete.. (è quindi caldamente consigliato NON "tirarla" e/o appoggiarvi la scarpetta durante la progressione..).

Il tratto "debole" presenta una spittatura tale da permetterne la progressione in A0 ma ciò non toglie che volendo lo si possa superare in libera (6c).. Dopo un primo tratto ostico dove c'è poco.. più in alto si trovano ottime prese di generose dimensioni (non visibili dal basso) che permettono di uscire dalla fascia strapiombante (6a) con soddisfacenti movimenti di forza (passaggio molto bello) portandosi all'inizio della placca superiore caratterizzata da un gneiss granitoide a grani grossi con livelli di aderenza eccezionali!.

Proseguire sulla placca ben spittata fino in sosta tenendo presente che il livello di aderenza eccezionale ne abbassa la difficoltà (max 5a)  anche se all'apparenza potrebbe sembrare di più.. (la spittatura "plaisir" fa il resto). 

Una volta giunti in S5 posizionata su una comoda cengia in cima alla parete (dove parrebbe terminare la via non essendoci più roccia su cui proseguire..), per raggiungere l'attacco di L6 che si sviluppa su un torrione a parte (posizionato a dx rispetto alla parete appena salita), si deve effettuare un trasferimento procedendo verso dx sulla cengia di sosta (aventualmente slegandosi prestando le dovuto attenzioni) fino ad una breccia fra le rocce che permette di accedere ad un pendio erboso antistante, addossato alla base del torrione finale.. Percorrere il pendio in leggera discesa per alcuni metri fino ad aggirare lo spigolo basale dx del suddetto torrione, in prossimità del quale, attacca L6..

 

 

L6:  (max 6a, obblig. 6a, 25 mt.) 

innalzarsi su lato est in prossimità dello spigolo basale dx, salendo inizialmente un tratto di roccia decisamente aggettante sormontato da uno spit di protezione abbastanza alto ma facilmente rinviabile grazie a delle buone prese su cui è possibile tenersi con sicurezza (6a fino all'aggiramento dello spigolo).  Una volta oltre, procedere su una placca con livelli di aderenza elevati (5c) portandosi sotto un tetto che sale obliquamente verso sx. Superarlo con un bel gesto atletico (6a) alzando il piede  sx oltre il bordo per poi ristabilizzarsi sopra il tetto con un delicato movimento di equilibrio (6a).

Lo spit posizionato in prossimità dell'uscita permette di effettuare il pasaggio in estrema sicurezza senza però banalizzarne la valenza poichè il ritabilimento sopra il tetto non può che essere realizzato in libera (lo spit successivo non è azzerabile).

Proseguire su bella roccia con passaggi mai scontati (4+), fino in al termine della via.

 

Consiglio per la discesa:

la via è attrezzata per essere discesa in doppia (catene in tutte le soste) senza particolari rischi di incastro ma, trattandosi di una discesa molto articolata (vedi discontinuità della parete e trasferimenti in almeno 3 punti) se ne sconsiglia la discesa con le corde mentre invece, la vicinanza del sentiero di discesa proveneniente dalla cima del Roc du Preve  (settore dx)  rende particolarmente comoda una veloce discesa a piedi (sufficienti normali scarpe da ginnastica..).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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